Se avete la possibilità prima di leggere questo post, mettete su il cd o Mp3 dei "Waterboys" - Glastonbury song, buon ascolto e lettura:
E' assurdo scrivere questo articolo dopo anni di STOP mentale, ma la nostra testa è strana bastano poche cose per attivare meccanismi straordinari. Di fatto, navigavo sul web per una ricerca ma mi sono imbattuto in un'immagine chiamata "voci e notte", e di colpo il meccanismo è scattato automaticamente portandomi un pò indietro negli anni circa una 10ina e più se non sbaglio, quando per caso ascoltando la radio la sera nel mio letto, in una serata come tante, mi imbattevo in una trasmissione strana, coinvolgente ed interessante allo stesso tempo. Già mi colpiva che era una radio che trasmetteva da Roma e veniva amplificata sul territorio nazionale tramite un'altra emittente radiofonica, iniziava a mezzanotte meno qualche minuto e ricordo che durava tantissimo, all'incirca un paio d'ore quando andava bene e senza pubblicità "cosa interessante" al suo posto musiche ben scelte ed accattivanti. Conobbi allora "talk-radio voci nella notte" fantastica trasmissione di cui non mi sono perso mai una puntata, non solo per i suoi temi sociali altamente forti, ma che per l'epoca era un VERO REALITY RADIO pieno di suspans e di azione, il tutto professionalmente condotto da un bravo e preparato Michele Plastino che ad ogni puntata trasmetteva tutto il suo amore e dedizione per quello che faceva "e fa ancora". Una vera rivoluzione radiofonica che sapeva informarti e vivere "in live" i temi trattati "le famose inchieste". Tutto questo però ha condizionato molto la mia stanchezza quotidiana vera e propria, poichè dopo poche ore mi toccava alzarmi ed andare a scuola e vi assicuro "era dura", però la stanchezza lasciava spazio alla crescita social-culturale che difficilmente la scuola portava avanti e quindi bene ricompensato. Momenti indimenticabili tra i quali quello che ad inizio trasmissione, momento dedicato ai saluti o auguri "la gente della notte", ho ricevuto dai miei amici di baracchino collegati all'apparato, avvisati di questa trasmissione gli auguri per i miei 18 anni, sembra banale ma per l'epoca era il massimo degli auguri che potevi ricevere "forse dovrei avere una cassetta con la registrazione da qualche parte". Un ringraziamento oltre al conduttore-ideatore ed a tutti i suoi collaboratori per le magnifiche serate, lo vorrei estendere ai miei genitori che fortunatamente non si sono mai accorti di nulla sennò sarebbero volate tantissime radioline dal balcone, però di fatto non ha riportato nessun danno o altro, sono vivo e vegeto ;-)..! Infine voglio essere testimone di una incredibile serata che viene riportatae spiegata nell'altricolo che riporto in link e qui sotto copiato, che parla ancora meglio della trasmissione ma di un fatto che successe realmente e che vi assicuro che furono momenti di assoluta tensione ed assoluta felicità-sollievo aggiungo solo che il fatto in questione capitò e terminò a lieto fine circa alle 5 del mattino... "io impotentemente purtroppo c'ero...!!!
Peccato che trasmissioni così non se ne ascoltino qui, ma meno male che siano esistite o esistono ancora "chi lo sa qui no di sicuro" e rimangano testimoni indimenticabili.
dal sito di Michele Plastino:
"La radio è un mezzo di comunicazione affascinante.Con la radio senti, con la radio immagini. In radio difficilmente puoi mentire. Chi segue con attenzione sente la verità. La radio è parola ma anche musica. La radio è compagnia. La radio è la colonna sonora della vita di tutti i giorni. E tutto questo di notte si amplifica. Per questi motivi è nata Talk radio – Voci nella Notte."
18 - Voci nella notte a Talk radio
[Pubblicato: 11/03/2004]
Bastano due parole, “socialità e religiosità”, per definire la trasmissione radiofonica dal titolo Voci nella notte, su Talk Radio, una delle tradizionali emittenti romane. Il 1993 è l’anno di inizio, 9 anni e mezzo la durata. «Ma non lo considero un discorso chiuso», dichiara Michele Plastino, volto della televisione locale romana ma soprattutto ideatore di questa strana trasmissione. Un Plastino che ricorda con piacere quegli anni. «Tutto è cominciato con un’inchiesta sui riti satanici, una questione allora ignorata dai principali organi di informazione. All’inizio si è trattato di una vera e propria crociata personale». Ancora oggi, l’attuale conduttore di Goal di notte, una trasmissione che va in onda su T9, non si capacita di come sia potuta finire quell’esperienza radiofonica: “Nonostante l’esito molto positivo della trasmissione, non ho ricevuto nessun incentivo a continuare. Un’occasione persa!». Quattro persone in redazione e altrettanti reporter. A gestire il tutto, con la potenza comunicativa del suo microfono, un unico conduttore: Michele Plastino. “Una voce amica, vicina alle esigenze degli ascoltatori, una sorta di confidente”. Alcune inchieste venivano programmate di settimana in settimana, altre scaturivano dall’attualità. Sullo sfondo, una forte interdipendenza tra i soggetti trattati. «Abbiamo affrontato temi a forte sfondo sociale: la prostituzione, il racket albanese (allora particolarmente diffuso a Roma), lo spaccio della droga. Spesso abbiamo avuto dei guai». Di che tipo? «Ricevemmo minacce per un’inchiesta sul razzismo negli stadi di calcio ricevemmo delle minacce. Molti di noi chiesero di essere scortati dalla polizia quando facevano rientro a casa. Nonostante faccia parte del nostro mestiere, la paura fu grande”. La trasmissione, che ha avuto diverse frequenze, ha un solo marchio storico, quello di Talk radio. Abbiamo chiesto a Plastino di ripescare tra i ricordi il più emozionante: «Quando ebbi la fortuna di salvare un aspirante suicida. In quell’occasione – chiarisce il conduttore storico di Voci nella notte – il merito non fu mio, ma della radio. Un ragazzo intervenne in diretta dichiarando di aver appena ingerito una massiccia dose di tranquillanti. La sua voce si faceva più debole di minuto in minuto. Capii che non si trattava di uno scherzo. Immediatamente cercammo di individuare la località da dove telefonava, ma ogni nostro tentativo si risolse in un fallimento. Provammo allora a contattare la polizia che, nel rintracciare la chiamata, incontrò le nostre stesse difficoltà. Furono momenti di disperazione, da parte mia e di tutta l’equipe» ricorda Plastino. Come si risolse? «Fu un caso: un amico del ragazzo che tentava il suicidio ha riconosciuto la voce alla radio, gli ha suonato il campanello di casa e svegliato i genitori. Lui è stato immediatamente trasportato in ospedale. Alla fine ha vinto la vita. Un successo conseguito anche grazie alla radio». Vere protagoniste del programma sono dunque le storie, raccontate da una voce che non aveva nulla di artificiale ma che, attraverso il microfono, aveva l’ambizione di viverle in prima persona e, soprattutto, di raccontarle. «Utilizzavo il termine “caverna” per definire uno spazio immaginario, dove chiunque entrava aveva la possibilità di stabilire un contatto con il conduttore. Per questo, ossia per raccontare la realtà nuda e cruda così come si manifestava, non selezionavamo le chiamate, che per questo motivo spesso erano anonime. Con il rischio, naturalmente, che i nostri corrispondenti si recassero sul posto e la spiata si rivelasse falsa”. Un’esperienza unica nella storia della radio italiana.
Andrea Carli
3 commenti:
Bhè, la realtà non è che sia cambiata così tanto... A scuola si continuano a fare "I Promessi Sposi", "La Divina Commedia" (con tutto rispetto per la letteratura) ma si continua a parlare molto poco dei problemi sociali che ci accompagnano nella vita quotidiana. La radio è un mezzo che tiene davvero compagnia, ma che negli anni viene usata un po' meno, il baracchino forse non viene usato più (ricordo ancora le nottate in bianco che qualcuno senza fare nome mi faceva passare) è stato rimpiazzato da internet, dai cellulari per messaggiare e conoscere nuove persone, sicuramente negli anni a dietro era un buon mezzo di comunicazione che non è passato inosservato. Mi dispiace davvero che non ci sia più questa trasmissione, mi avrebbe fatto piacere ascoltarla. Chissà se ce ne saranno come questa in giro. Ti saluto. =)
In quegli anni usavano la stessa canzone (Glastonbury Song) come sigla per un "reality" di Rai Tre che seguiva il lavoro notturno delle forze dell'ordine di Roma: ti ricordi come si chiamava?
Quanti ricordi..
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